Leggo dai stessi giornali che Vittorio Feltri è stato sospeso dall'ordine dei giornalisti per ben 3 mesi (in origine ne erano stati proposti 6) in quanto pubblicò per più di una settimana ininterrotta una serie di articoli falsi e non verificati sull'ex direttore dell'Avvenire Boffo. Tali servizi (o attacchi), a sua personale firma, si legge nella sentenza, hanno violato oltre che la dignità e l'onore del giornalista Boffo, anche compromesso il rapporto di fiducia tra stampa e lettori.
Quel che mi ha lasciato più sconcertato è stata la replica di Feltri che invece di riconoscere i propri errori, come d'altra parte aveva pubblicamente riconosciuto in un suo tardivo articolo sul Giornale, con la solita aria di chi si sente al di sopra di tutto e tutti, ha criticato la decisione dicendo che lui è il solo giornalista che esprime con libertà le proprie opinioni e che, come è ormai prassi, è solo una vittima... punito per aver pubblicato il dossier su Fini.
Ora allargando il discorso, vorrei invece che qualcuno mi saprebbe spiegare un dubbio che mi porto avanti da parecchio tempo a tal riguardo: quanta fiducia e libertà si può avere nei giornalisti se essi appartengono a delle testate spacciatamente parte di una corrente politica o dell'altra? Non sono anch'esse lobby che tutelano una parte e spargono fango sull'avversa? In questi casi non vengono lo stesso alterati i fatti in modo da far piacere alla propria fazione?
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