Mentre aspettavo alla fermata l'autobus, mi son fermato ad osservare il Tevere che è arrivato a dei livelli alti. Da lì, mi sono chiesto se la nostra civiltà non sia stata abituata a pensare in modo esagerato alle cose.. infatti se ci pensiamo ormai ragioniamo solo per emergenze, per allarmismi, per paradossi tralasciando al contrario la progettualizzazione delle cose più importanti della vita.
Quindi viviamo, secondo il mio modesto parere, un periodo in cui si è perso il fine ultimo della vita e si tira a campare, si pensa all'effimero ed al superficiale anzichè al vero bene, si naviga a vista piuttosto che risolvere con metodo e lungimiranza i problemi, che infine si pensi soprattutto a risolvere il proprio piccolo problema personale piuttosto che aiutare gli altri... insomma un mix di atteggiamenti che non porta da nessuna parte.
Dobbiamo perciò sforzarci di andare contro corrente... aprirci ai bisogni degli altri, fare del nostro meglio nel quotidiano per intessere quella rete di aiuto che ci possa far uscire da questo momento di forte appannamento che l'umanità sta vivendo per ritornare a vivere veramente!!
mercoledì 1 dicembre 2010
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Tu scrivi: "si naviga a vista"...
RispondiEliminaNon per essere leopardiano o pessimista ma, direi, che "si affonda a vista"!
E' l'individualismo esaperato l'origine del male. Ne parlavamo proprio oggi tra amici, un discorsetto, alla fine se ben analizzato, fatto con un certo distacco, magari con una certa profondità filosofica e di analisi ma, bacato proprio da un distacco più che fatalista, "individualista" proprio.
Saranno i tempi...
Un caro, fraterno saluto, e una esortazione: non smettere mai d'interrogarti sul senso della vita e sul suo fine ultimo! Solo nella ricerca e nell'attesa continua si può scoprire (magari alla fine) che Egli è sempre stato al nostro fianco.
Un caro saluto anche a te... ma non preoccuparti: grazie anche al tuo magnifico blog, la sete di conoscenza del senso della vita non verrà mai meno.. ;-)
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