lunedì 23 maggio 2011

Notizie soggettive

Leggete i pezzi di articoli qui sotto:

Da il Foglio: "Istat: Recessione è finita. Tengono i conti pubblici" - La ripresa procede dall'aprile del 2009 e la recessione, da quello che viene considerato un "punto di vista tecnico", è terminata. Il nostro Paese ha inoltre mantenuto sotto controllo i conti pubblici e, negli anni della crisi economica, "a differenza di molte economie europee" non ha avuto la necessità di varare "interventi di salvataggio del sistema finanziario e, nel contempo, ha avuto margini di manovra molto ristretti per attuare politiche anticicliche [...] L'Istat rileva inoltre come circa un quarto degli italiani (il 24,7% della popolazione) "sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale". Il dato, spiega l'Istituto di statistica, è del 23,1% superiore alla media europea. La rilevazione ha subito fatto scattare l'allarmismo della stampa e degli esperti, ma va sottolineato come la percentuale venga calcolata in base al discostamento rispetto al reddito medio del Paese. Fatto un semplice calcolo, a questo "rischio povertà" si può dare anche un'interpretazione speculare: il 75% della popolazione, in tempo di crisi e recessione, ha mantenuto il reddito ai livelli della media nazionale o lo ha migliorato.

Da La Repubblica: "Rapporto Istat. Ripresa stentata, il lavoro non ripartePer un italiano su 4 povertà ed esclusione" - Una ripresa stentata, che ha come conseguenza un ulteriore allargamento dei divario tra l'Italia e i partner europei, accompagnata da "una situazione di persistente deterioramento del mercato del lavoro" che penalizza soprattutto donne e giovani, "un'evoluzione stagnante della produttività" e dei salari e una crescita delle esportazioni compensata però da un forte aumento delle importazioni. [...] "Il tasso di crescita dell'economia italiana è del tutto insoddisfacente - rileva il presidente dell'Istat - e anche i segnali di recupero congiunturale dei livelli di attività e della domanda di lavoro non sembrano sufficientemente forti e diffusi per riassorbire la disoccupazione e l'inattività, rilanciando redditi e consumi". Di conseguenza, "l'occupazione sta ora crescendo prevalentemente nei servizi a più basso contenuto professionale, a fronte della riduzione del numero delle posizioni più qualificate. Ciò implica, a parità di altre condizioni, un sottoutilizzo del capitale umano, guadagni più bassi, minori prospettive di sviluppo".

Questo è un piccolo esempio di come i mass media distorciono la realtà in base a come convenga alla propria parte politica. Come si può fare per capire dove sta effettivamente la verità??

2 commenti:

  1. Beh, laddove si può, è sempre meglio accedere direttamente alla fonte delle notizie: nel caso del rapporto ISTAT, per fortuna ciò è possibile...

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  2. Dove sta la verità?
    Che domandone.
    Il domandone.
    Spesso mi dicono che la verità sta nel mezzo.
    Non so se sia davvero cosi.
    Sarà che non ho mai afferrato "la verità".
    M' imbatto sempre e solo nei molteplici punti di vista.

    http://www.myspace.com/chiamatemi-sustain

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