venerdì 12 agosto 2011

Crisi ed ipoCRISIe

E' evidente ormai a tutti come la crisi abbia messo in risalto che il sistema economico così concepito non può più decollare. Già, perchè ora son venute a galla tutte le peggiori nefandezze: tenere ritmi produttivi non sostenibili, gli investitori che ormai sono speculatori, agenzie di rating che decidono il futuro di intere nazione, le lobby che nel tempo si sono presi privilegi oltre misura, ecc.

E la conseguenza altrettanto ovvia per uscire da tale crisi è "massacrare" il popolo e non semmai i responsabili (se fossero identificabili) di tali speculazioni cioè quelli che dietro alle crisi ci guadagnano...

Io non capisco molto di economia e finanza ma mi pare alquanto palesiano il fatto che bisogna dare una svolta epocale, o meglio una ristrutturazione totale, al sistema economico in modo da non esser soggetto a speculazioni per colpa di un mal di pancia del primo ministro...

Bisogna ripartire con serietà e responsabilità a fare un'economia con dignità e rispetto di tutti, coinvolgendo (anzi aiutando alla crescita) i paesi più poveri come ha brillantemente indicato BXVI nella sua enciclica.

Sarò utopista ma la soluzione definitiva (se non si vuole girare la testa dall'altra parte come finora) è in altre parole speculare meno sui più deboli della catena ed allo stesso tempo fare progetti seri, profondi e sostenibili a lungo termine. Non più quindi promesse e previsioni ma piuttosto tappe fattibili e da rispettare rigorosamente.

Solo così possiamo consegnare un futuro migliore ai nostri giovani... glielo dobbiamo!!

1 commento:

  1. Glielo dobbiamo davvero.
    Perfettamente d'accordo con quanto propone Papa Benedetto XVI nella Caritas in Veritate (e confesso, ritengo che il Papa sia stato diplomaticamente anche troppo "morbido").

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