Penso che sia fondamentale per ogni persona che si appelli come cristiano, recarsi almeno una volta nella propria vita in terrasanta. E' importante per poter toccare con propria mano i luoghi che la tradizione descrive come i punti esatti di eventi straordinari, farsi testimoni quindi di quegli eventi ripercorrendoli con vangelo alla mano, togliere quei coni d'ombra o meglio dare una forma precisa sui luoghi narrati così da capire più a fondo ciò che trasmettono le Scritture.. insomma un pellegrinaggio che superficialmente parlando è un viaggio esteriore ma che nella realtà è invece qualcosa di molto interiore, che ti scuote dentro e fa rivivere la purezza del messaggio della buona novella (che spero di non sciupare nuovamente).
Ho avuto modo di poter rinnovare le promesse battesimali al Giordano, il fiume in cui è nato questo sacramento e quelle matrimoniali a Cana, con il vangelo del cambiamento dell'acqua in vino che è stato anche il brano utilizzato nel mio matrimonio; ho potuto riscoprire il calvario con la roccia a fianco con lo squarcio prodotto alla morte di Gesù, pregare nel Santo Sepolcro scoprendo come la morte sia stata vinta o nella Basilica della natività meditando su come una grandezza come Dio si sia fatto piccolo in un neonato; ho potuto inoltre vedere il monte delle beatitudini, il lago di Tiberiade, i resti di Cafarnao e quant'altro...
Oltre a ciò ho potuto conoscere personalmente un paese composto da ebrei, cristiani e mussulmani che qui focalizzano le proprie attenzioni.. ed ho capito che è proprio qua che passa il futuro del mondo: da terra martoriata da conflitti eterni e umanamente irrisolvibili ed intrigati a una terra di integrazione, in cui le tre religioni più numerose al mondo si incontrano, condividano gioie e dolori, costruiscano insieme un mondo migliore, purificandosi di tutti gli errori del passato e degli interessi collaterali delle varie frange estremiste. Un caso che poi si trasformerebbe inevitabilmente in un esempio lungimirante per tutto il mondo!
Ma tutto ciò non si realizza con gli strumenti e i pensieri del mondo odierno. No! Bisogna prima prepararsi, togliendo lo sguardo dal proprio ombelico a quello del prossimo e riconoscendo in esso non un nemico ma una persona anzi un fratello che come noi ha i suoi bisogni, diritti e speranze.
Ecco, se questa speranza, diverrà finalmente realtà, allora potrò dire che i tanti pellegrinaggi che si susseguono non sono stati vani...
giovedì 2 settembre 2010
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Molto interessante. Grazie!
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